Viaggi e turismo nell’era post Covid

Il primo weekend di maggio 2021 mi fa immaginare un mondo in cui il covid sia finalmente solo un triste ricordo.
In questo mondo, le persone possono nuovamente circolare, fuori città, fuori regione, perfino fuori nazione consentendo all’impresa “viaggi e turismo” di riguadagnare il peso specifico che aveva prima della pandemia nell’economia del nostro Bel Paese.
Una miniera d’oro per il nostro Paese e un asset economico che, secondo l’ultimo rapporto Enit, prima della pandemia (anno 2019) pesava per circa il 13% del Prodotto interno lordo.

In questi ultimi mesi, ho avuto modo di studiare ed approfondire il mondo del turismo, in particolare per quanto riguarda agenzie di viaggio, che rappresentano sicuramente uno dei settori specificamente più colpito dalle limitazioni al movimento delle persone dovuto all’esplosione della pandemia. A livello mediatico, desta sempre molto scalpore il tracollo del business per il mondo della ristorazione ma, senza voler fare una macabra graduatoria di chi sta peggio, si può dire che oggettivamente in pochi si ricordano che il mondo delle agenzie di viaggio ha subito un impatto negativo ancor più massacrante, stante il fatto che da Marzo 2020 ad Aprile 2021 non c’è stata nemmeno quella breve boccata d’ossigeno legata ai mesi estivi del 2020, poichè gli spostamenti sono stati molto legati all’ambito nazionale, ambito in cui le persone hanno generalmente poco bisogno dell’assistenza tipica di un’agenzia di viaggio.

Ora che si scorgono all’orizzonte le prime possibilità di allentamento delle restrizioni, almeno in alcune zone come il Regno Unito e gli USA dove la vaccinazione su numeri consistenti sta portando ad una progressiva “normalizzazione”, sarebbe utile che gli operatori di viaggio si ponessero alcune domande circa la ripresa. In particolare:

  1. Quali “tasti” toccare nella comunicazione e nel marketing per riprendere quote di mercato?

    La parola d’ordine è “guardarsi dentro e intorno“. Non c’è comunicazione nè strategia di marketing senza un’analisi preliminare della propria realtà aziendale che vada a identificare i punti di forza e di debolezza della propria organizzazione e della propria proposta. Per fare questo tipo di analisi può essere utile una tipica analisi SWOT di marketing, analisi che va condivisa con tutti i protagonisti dell’attività aziendale (proprietà, dipendenti, collaboratori). L’analisi SWOT comprende anche una seconda parte di analisi che va a prendere in considerazione fattori esterni all’organizzazione aziendale interna, fattori derivanti dal momento, dal mercato di riferimento che si possono identificare come opportunità e minacce. Mai come in un momento destabilizzato come quello di un mondo in uscita dalla pandemia è importante saper cogliere le opportunità che questo “sconquasso” ha creato così come le minacce ulteriori che si possono profilare all’orizzonte.

  2. Come differenziarsi rispetto alla preponderante offerta del “viaggio fai da te” derivante dalle proposte delle OTA?

    Una volta identificati gli elementi che contraddistinguono la propria attività e quelli del settore, serve prendere atto che il mondo delle prenotazioni turistiche è contraddistinto dalla forte presenza sul mercato delle OTA (online travel agency) che sono il paradiso del viaggiatore fai da te, colui che “sa” come e dove vuole viaggiare e non sente quindi la necessità di affidarsi ad un operatore specializzato per organizzare il proprio viaggio. Combattere sullo stesso piano questi operatori, oggi, è a mio avviso un esercizio destinato a portare ad un inevitabile sconfitta. Facilità d’uso, competitività sul pricing e disponibilità 24 ore su 24 rappresentano un indubbio vantaggio, difficile da colmare se non si agisce su un altro piano. Ecco allora la necessità di lavorare in un’ottica di comunicazione che sappia cavalcare gli aspetti emotivi del viaggiatore post covid. Il primo di questi è la “paura“. Ebbene sì, la paura è uno dei sentimenti più potenti tra quelli che ci fanno compiere le nostre scelte in fase di acquisto. La paura del viaggio in una situazione ancora instabile, può rappresentare un vantaggio competitivo da sfruttare ad esempio nella propria comunicazione social. Un altro elemento di fondamentale importanza (in parte legato col precedente) è l’esperienza. Affidarsi oggi a un operatore di viaggio che abbia esperienza diretta verso una specifica metà, rappresenta un valore aggiunto da sfruttare in ottica di storytelling.

  3. Cosa portarsi dietro come esperienza rispetto al tremendo periodo vissuto?

    Diciamolo: nessuno di noi avrebbe mai pensato di vivere questa esperienza. Nessuno avrebbe mai creduto nel diffondersi di una vera e propria pandemia su scala mondiale. Allora forse, ciò che ci si potrebbe portare dietro da questa esperienza è la consapevolezza che nel mondo contemporaneo le minacce non derivano tanto dalle orribili esperienze vissute dai nostri nonni nel XX Secolo ma da nuove improbabili ma possibili situazioni. La globalizzazione sicuramente ha portato con sè nuove opportunità ma anche nuove sfide.
    Oggi abbiamo imparato che una conoscenza e predisposizione verso il digitale ha consentito a molte attività di essere più elastiche rispetto a chi, convinto che nulla avrebbe potuto toccarlo, è rimasto fermo ad un mercato consolidato ma statico.
    Anche nel settore delle agenzie di viaggi tradizionali, ha senso quindi comprendere il proprio posizionamento di mercato e come questo mercato evolvendosi richieda una risposta aperta utilizzando strategie, tecniche e strumenti che il marketing digitale può dare loro.

 

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